2030 Urban Space: un'esperienza ai confini di se stessi 

 

Parlare di installazione appare riduttivo. Infatti il complesso progetto artistico muove dalla ridefinizione dello spazio fisico e mentale ad esso affidato, per giungere a costruire una rappresentazione stratificata e soggetta a molteplici interpretazioni della realtà stessa, in una prospettiva che può essere intesa contemporaneamente come critica e come meditazione poeticamente disincantata del presente. Il visitatore entra all'interno di uno spazio descritto da un'illuminazione soffusa, in movimento e soggetta a variazioni ritmiche, delimitato da un cerchio di immagini apparentemente sospese nel vuoto e riempito dal movimento di una traccia sonora allusiva dell'infinita vacuità dello spazio. Al centro alcune sculture, le cui linee fondamentali rimandano direttamente a scelte espressive legate al concetto di primitivo, costruendo un ponte ideale tra un passato ormai inaccessibile e un futuro altrettanto inconoscibile.

Il visitatore, nel momento in cui entra all'interno di uno spazio così reinventato, prova immediatamente un netto senso di spaesamento, subito contrastato dal desiderio di riuscire ad afferrare distintamente anche solo un dettaglio di quanto vede muovere intorno a sé. Inizia così il naturale tentativo di avvicinarsi alle fotografie per riuscire a capire cosa vi sia rappresentato, ma il lento gioco delle luci impedisce di poter fissare con attenzione anche solo un'immagine, che inevitabilmente viene a sprofondare nella penombra prima che l'occhio umano sia in grado di coglierne le specificità nella loro completezza: le fotografie di moduli abitativi (in realtà dettagli sapientemente rielaborati di strutture urbane e architettoniche di un quartiere romano) galleggianti nella profondità dello spazio perseverano a sparire e riemergere dalla penombra, afferrabili all'attenzione solo per alcuni secondi. Frammenti di un passato urbano degradato, reinventati a future abitazioni per un'umanità isolata e persa nel vuoto dell'infinito.

Il progetto artistico coinvolge quindi vista e udito, in un gioco allusivo e insieme immaginifico di sinestetica reinvenzione del concetto di quotidianità, trasportato ad un livello di totale alienazione. La quotidianità del paesaggio urbano di una metropoli italiana, fissata e resa metamorficamente altra da se stessa, si accompagna a suoni, luci ed ombre provenienti da un futuro siderale che è anche spazio di pura espansione mentale e insieme di tensione fascinatoria. La concretezza materica delle sculture, dominate dalla linea curva, offre nel contempo una sorta di appiglio concreto, reale, al generale senso di abbandono o perdita di se stessi creato dall'ambiente nel suo complesso.

Ciò che più sorprende il visitatore di una tale installazione è il fatto che tutto questo, lungi dal creare un senso di malessere o di lontananza da sé, provochi al contrario una sorta di attrazione difficile da combattere, un fascino a cui abbandonarsi con piacere quasi narcisistico. Si tende a sostare, ad osservare con attenzione, ad aspettare il successivo movimento ondulatorio delle luci e del suono, cercando di individuarne le leggi segrete. Chi percorre questo spazio al limite dell'umano aspetta pazientemente, lascia che il tempo si dilati, nella speranza, a tratti nella certezza, di essere sul punto di vivere una rivelazione. 2030 Urban Space supera così i limiti riconoscibili dell'installazione artistica per diventare un'esperienza vissuta nella pienezza dell'ora. All'uscita permane il dubbio se quanto esperito sia stato uno sguardo lanciato verso un futuro di solitudine e isolamento, a cui l'umanità sembra essere destinata, o un semplice momento in cui il proprio animo ha avuto la possibilità di specchiarsi nella solitudine quotidiana della civiltà di oggi.

Cristiano Sabelli ha ampiamente dimostrato, con l'ideazione, creazione e messa in opera del presente lavoro, di possedere contemporaneamente forti e solide abilità tecniche, unite ad una vena creativa di potente ispirazione, capace di esprimersi e dialogare in diversi ambiti espressivi, da quello più prosaicamente comunicativo a quello più impalpabilmente estetico.

2030 Urban Space si qualifica quindi come un complesso progetto artistico animato da una felice ispirazione e realizzato con maestria ed attenzione, fino a diventare uno spazio dove l'esperienza dell'essere semplicemente accade, sia essa proiettata verso il futuro o semplicemente ripiegata sulla banale alienità del presente.

 

 19 dic 2016 

                                                                                                                                                Dott.ssa Giulia Cavallo